Sono convinta che i bambini posseggano uno sguardo più illuminato e illimitato del nostro di adulti. Non vale per tutti ovviamente, ma loro, i bambini, guardano al mondo con occhi speciali, come quando esponiamo al sole un cristallo di ghiaccio…tutto brilla intorno.
I bambini conoscono una scienza che non separa, che integra la mente il cuore e l’azione.
L’educazione del futuro non parcellizza ma integra e armonizza.
Nella sua teoria sulle intelligenze multiple, Harward Gardner fu il primo a dedicare spazio all’intelligenza spirituale che, se coltivata nel processo di crescita, porta con sé benefici quali maggiore concentrazione, empatia, capacità di riconoscere le proprie emozioni e di coltivare un posto interiore a cui tornare. Una teoria che, di fatto, educa a una nuova visione di sé e del mondo.
L’educazione del futuro potrebbe andare in questa direzione. Il virus ci ha regalato il crollo di molte certezze e, a ben vedere, lo fa ancora. Potrebbe averci insegnato la possibilità di coltivare un centro interiore a cui tornare sempre.
Dunque parliamo di un’educazione dell’essere e non del fare.
Parliamo di un’educazione attenta ai dettagli, che lascia spazio a tempi di elaborazione interiore e che valorizza le domanda aperte più che la certezza della risposta. Un’educazione che ci insegna a sentire al di là del proprio confine corporeo, sapere che esiste uno spazio non visibile di attrazione degli uni verso gli altri.
Tre spunti per un’educazione del futuro.
Conoscere la mente.
La mente è sempre con noi, tanto vale entrare in confidenza con lei, sapere che siamo molto di più dei nostri pensieri, che loro viaggiano come un fiume in piena.
Possiamo allenarci con i bambini a piccole pratiche quotidiane che servono a calmare la mente:
- tenere un sassolino in mano e fare tre respiri,
- darsi momenti di silenzio condivisi, inseguire un pensiero fino a quando sparisce,
- il sasso che ho nella mano, se chiudo gli occhi dove lo vedo?
Abitare il corpo.
Il corpo ha bisogno di essere usato, i bambini più di noi chiedono un continuo movimento. Com’è un movimento che abita il corpo?
- E’ un movimento che predilige il camminare, l’arrampicarsi, saltare, strisciare ed esplorare.
- E’ un Contatto attento e calmo, sentire la vita che pulsa dentro di noi, ascoltare il cuore che batte.
- E’ passeggiare nei boschi in ogni stagione.
- E’ aiutarli ad interrogare il corpo e a sentire i suoi segnali.
Riconoscere le emozioni.
Se ne fa un gran parlare ma poi nell’agire quotidiano non teniamo abbastanza in considerazione che sono le emozioni a muoverci, ed e così anche per i bambini.
Con loro non stanchiamoci mai di comunicare in accordo al nostro sentire, i bambini piccoli comprendono a poco a poco quello che avviene dentro di loro.
- Riconosciamo ed esplicitiamo i loro bisogni emozionali.
- L’adulto attento può essere il “decodificatore emotivo” del bambino, una voce calda che lo aiuta a dipanare questa grande matassa del sentire.
- Troviamo un momento a casa o a scuola per parlare di come si sta attraverso il cerchio delle emozioni, oppure attraverso una retrospettiva a fine giornata con l’aiuto di carte, simboli giochi e albi illustrati.
Per concludere direi che possiamo fare dell’educazione una sorgente di pensieri, azioni ed emozioni che aiuti i bambini a riconoscere il benessere dentro.
Un buon centro sarà difficilmente sradicato.
Nei primi 9 anni di vita dei bambini il buon centro siamo noi.
L’educazione del futuro include maggiormente i cicli di vita e morte, l’accettazione dell’ignoto, il fremito della paura e la forza della fiducia.
Luisella,
Luisella Piazza
Consulente Pedagogica
www.germogliluminosi.it