Il corpo dei bambini sente, i nostri corpi sentono, sono in grado di recepire messaggi e riconoscere uno stato di benessere da uno di malessere.
Il corpo sente se è riconosciuto come messaggero, se impariamo a decodificare i suoi segnali, se lo viviamo come sovrano, come dispensatore di informazioni. Il corpo sente se gli viene dato un posto d’onore.
In realtà il corpo sente sempre ma cosa arriva a noi del suo sentire? Lo ascoltiamo abbastanza? E quello dei bambini?
Il corpo influisce sul modo in cui ci sentiamo. Quando un bambino ha una crisi di rabbia è importante vederlo con occhi amorevoli e comunicare che sentiamo la sua difficoltà.
Possiamo proporgli di muovere il corpo per alleggerire quella tensione di rabbia: “Andiamo a fare un giro in bici, facciamo una corsa o il giro dell’isolato, mettiamo una musica e balliamo.”
Questo può aiutare a riprendere un equilibrio, un controllo attraverso il movimento del corpo.
Siegiel ci dice che: “…attraverso il movimento o il rilassamento per esempio, possiamo cambiare il nostro stato emotivo.”
(D. Siegel 12 strategie rivoluzionarie per favorire o sviluppo mentale del bambino).
Se ci facciamo una bella camminata energica dopo essere stati tanto seduti a lavorare al computer, sentiamo nuova carica vitale, i muscoli si muovono, il cervello si ossigena.
C’è sempre bisogno di accompagnare i bambini, quando sono in un momento di difficoltà, a creare una comunicazione tra la parte sinistra del cervello e la parte destra, creare un dialogo tra il nostro lato più emotivo e la parte del cervello atta alla rielaborazione.
Attraverso questo dialogo, o per mezzo di una narrazione attenta, li accompagniamo a una elaborazione e ad una integrazione dell’emozione tramite il corpo.
Abbiamo bisogno come genitori e educatori di dare attenzione al corpo, perché è lo specchio di fatiche emotive non comprese.
Nel movimento dei bambini, nei loro gesti impacciati, nelle loro piccole rigidità spesso ritroviamo tensioni emotive che lo limitano nella sua capacità di sentirsi e sentire al di là di sé.
Abbiamo imparato che il massaggio neonatale è cosa buona e giusta ma non dovremmo mai smettere di avere questo tipo di attenzione per il corpo dei bambini.
Inoltre, possiamo accompagnarli alla scoperta del corpo e delle sue possibilità, lasciandoli esplorare l’ambiente in modo autonomo, eliminando ad esempio, le famose “sdraiette” per bebè, o limitandone l’uso.
Lasciamo che i neonati sentano il corpo a contatto con la terra, ovviamente in un contesto protetto e al caldo, lasciamo che possano sentire il duro e il morbido, che trovino il loro modo per girarsi, cercare di stare seduti, gattonare, elevarsi, afferrare gli oggetti, portare alla bocca.
Dovremmo sempre invogliare i bambini, sin da lattanti, a esplorare e trovare le proprie strategie di movimento.
Abitare il proprio corpo sin da piccoli è la possibilità di sapere sempre dove siamo a nostro agio, le situazioni che ci vedono sciolti e sereni e quelle che ci fanno sentire rigidi e impauriti. Sentire il corpo quando è seduto e si accinge a scrivere, mentre cammina o suona uno strumento, il corpo rilassato nell’acqua calda e quello teso che va in frantumi durante una brutta litigata.
Dobbiamo aiutare i bambini a descrivere le sensazioni che provano nel corpo perché si allenino a conoscere il loro paesaggio interiore.
Non possiamo dare poca importanza al corpo.
Nelle scuole, in tutte le scuole di ordine e grado, il corpo racconta chi è il bambino, la facilita o meno nel suo rapporto con il mondo.
Il corpo non ci mente mai e credo che sia importante accompagnare bambine e bambini all’ascolto e alla narrazione del sentire del proprio corpo.
Luisella,
Luisella Piazza
Consulente Pedagogica
Per approfondire:
- “Datemi tempo” Emmi Pikler
- “12 strategie rivoluzionarie per favorire lo sviluppo mentale del bambino”
- “Non solo a parole” Ivano Gamelli Chiara Mirabelli
- “La pedagogia del corpo” Ivano Gamelli