NOTA INTRODUTTIVA:
Se ti piaceranno le parole che leggerai in questo articolo potrai anche ascoltarle, o farle ascoltare a chi non può leggerle, accedendo alla versione AUDIO al fondo dell’articolo.
Da bambini tutto è meraviglia, tutto è immaginazione, tutto è scoperta. E tutto viene vissuto con gioia, entusiasmo e divertimento.
Crescendo, la società, gli obblighi, le responsabilità e lo stress ci portano a perdere ogni scintilla di gioia. Tutto diventa dovere, serietà e fatica.
Non c’è più spazio per la leggerezza, non c’è più tempo per la spensieratezza, non c’è più possibilità di provare euforia mentre svolgiamo il nostro lavoro o viviamo, una dopo l’altra, le giornate della nostra vita.
Riprendiamo fiato quando andiamo in vacanza.
Torniamo a inspirare ossigeno solo quando ci spogliamo degli abiti della serietà e ci rilassiamo, ci lasciamo andare alle risate che hanno il sapore della salsedine, abbracciamo la spensieratezza dei raggi del sole che ci rigenerano, ci riprendiamo un pezzetto dei bambini spensierati che siamo stati.
Ma è una spensieratezza a tempo.
Una volta scaduto, bisogna rivestirsi degli abiti della serietà e indossarli per un altro anno, sentendoli sempre più pesanti giorno dopo giorno, mese dopo mese.
Ma se questa vestizione è così dolorosa e pensante, è davvero giusta per noi?
E’ davvero giusto reprimere una parte di noi perché la società, sino ad ora, ci ha detto che deve essere così?
Man mano che cresciamo diventiamo responsabili, preparati, competenti, affidali, seri. E mentre il mondo ci forgia a diventare più adulti, pian piano perdiamo petali della nostra spensieratezza.
La capacità di immaginare, di sognare ad occhi aperti, di ridere a crepapelle, la voglia di giocare, la totale assenza di paura o limiti perdono forza vitale e vengono dimenticati tra le pieghe del nostro diventare grandi.
Il bambino che siamo stati è imprigionato dentro il sarcofago di “adultitudine” che gli abbiamo costruito attorno nel tempo.
Quel bambino scalcia, spinge, urla per uscire. Ma non si tratta di capricci, è un grido di aiuto, l’aiuto che quel bambino – apparentemente piccolo e indifeso – è in grado di dare a noi, adulti rigidi e impostati.
Quel bambino è in grado di aiutarci a far emergere la Verità che portiamo nel cuore.
Ricorda il bambino che sei stato, e che dentro sei ancora.
Ricorda la gioia che provavi quando scoprivi ciò che il mondo ti mostrava.
Ricorda l’entusiasmo che vibrava dentro di te quando ti accingevi a fare qualcosa che ti piaceva tantissimo.
Ricorda l’energia interiore che avevi quando ti lanciavi in qualche avventura immaginaria.
Ricorda la sensazione di calma e totale assenza di stress o ansia quando vivevi le tue giornate.
Ricorda.
Come possiamo riconnetterci con quel bambino?
E’ semplice, basta tornare a fare ciò che da bambini amavamo tanto:
- strimpellare con uno strumento musicale, senza dover per forza tenere un saggio
- disegnare liberamente, senza dover per forza esporre l’opera in una galleria
- correre a perdifiato, senza dover forza vincere il primo premio
- ballare con noi stessi, senza dover per forza sentirci giudicati
- raccontare barzellette a noi stessi, senza dover per forza piacere agli altri
- immaginare elefanti viola e draghi blu per strada, senza dover per forza vedere il mondo con gli occhi fisici
- perdere tempo, zuzzurellare, cincischiare, oziare, senza dover per forza “fare qualcosa”
- e così via…
Perché riconnetterci con quel bambino?
Perché ci regala leggerezza, innocenza, spensieratezza e una buona dose di resilienza.
Perché è liberatorio, regala infinite idee, capacità di trovare nuove soluzioni ai problemi e carica energetica a 100.000 volt.
Perché ci aiuta a toglierci di dosso un senso di pesantezza che riduce la nostra capacità immaginare, limita il nostro potenziale e sopprime la nostra capacità di sognare la vita che desideriamo vivere.
Quel bambino e la sua gioia sono la nostra salvezza, sono la nostra opportunità di affrontare la vita adulta coltivando la leggerezza, la spensieratezza e la felicità di cui siamo ingiustamente privati.
Prendi per mano il bambino che c’è dentro di te,
saltate dentro una pozzanghera
e insieme sfidate la gravità.
Valentina
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Valentina Bruzzese
Ambasciatrice di Idee